mercoledì 21 gennaio 2009

Ricettività ed emissività

Ricettività ed emissività.

Che cosa si intende con questi due termini?

Il nostro cervello opera su due piani:
  • Una posizione di ricettività quando gli pervengono le percezioni sensoriali
  • Una posizione di remissività quando elabora pensieri e li esterna

Si può assimilare quest’attività alla respirazione ed alle sue due fasi di inspirazione e di espirazione. Ma è importante notare come le due fasi siano necessarie entrambe: non si può pensare ad una respirazione fatta solo di inspirazioni o espirazioni.

Lo stesso accade per l’attività cerebrale.
Un protrarsi di emissività può causare alla lunga un eccessivo affaticamento cerebrale.
Cerchiamo di approfondire l’argomento.
La posizione iniziale è quella di ricettività: è quella del bambino che si apre alla vita; egli riceve delle sensazioni che gli forniranno il contatto col mondo esterno. Tramite la vita, l’udito, il tatto, il gusto egli mette insieme tutte quelle conoscenze che poi potrà esternare tramite il linguaggio e il pensiero. Poco a poco la ricettività cede il passo alla remissività: è tutto perfettamente normale.

Bisogna tener presente che la ricettività non è qualcosa di passivo: ricevere significa accettare, accogliere, possedere una sensazione.
Siamo in ricettività quando accogliamo per noi stessi, per il nostro piacere un’immagine, un suono, un odore, quando ci sentiamo all’interno del nostro corpo. Siamo in remissività quando è il pensiero che dirige gli atti e utilizza le sensazioni a fini pratici.Nel caso in cui il controllo cerebrale sia sbilanciato e quindi l’emissività prenda il sopravvento, ecco che quest’ultima strangola ricettività. Il soggetto continua ben inteso a svolgere la sua azione di ricettività, almeno per quanto possibile, ma le sensazioni sono esasperate da un nervosismo irrazionale, spesso sono confuse.

Non si ha più una realtà oggettiva ma piuttosto un’apparenza soggettiva.

Abbiamo due modi per conoscere un oggetto:

  • Il primo per contatto diretto
  • Il secondo per conoscenza discorsiva

Il primo è sensoriale, imparziale e assoluto.

Il secondo è ragionato, arbitrario e relativo.

Se si prende in mano un fermacarte di marmo color smeraldo le nostra mano ne sente il peso, la superficie, il volume, se è dotato di spigoli arrotondati o meno; i nostri occhi ne registrano il colore e le sfumature delle vene del disegno.
Se al contrario si legge la descrizione dello stesso fermacarte fatta da un terzo, voi saprete che l’oggetto è duro, peso, freddo, con spigoli arrotondati, che il colore è un verde acceso con sfumature in verde più chiaro.

Sulla base di questo ci costruiremo mentalmente una immagine dell’oggetto per analogia a oggetti similari che abbiamo avuto modo di toccare e vedere.

Questo ci fa capire il concetto di Vittoz che l’idea può indurre in errore, ma la sensazione netta mai.

La pratica della ricettività porta a questi effetti benefici:

  • Una riduzione della tensione nervosa: nel momento che ci accingiamo a pulire un vetro, nove volte su dieci, eseguiamo l’azione con un eccessiva forza. La ricettività insegna a calibrare le nostre forze senza disperderle
  • Una liberazione mentale: la ricettività no elimina il soggetto dei nostri tormenti, ma il rimuginarli incessantemente
  • L’obiettività: ogni giudizio implica emozioni nel nostro corpo; la risposta emozionale, l’amor proprio, la sensibilità soffiano sul fuoco dell’emissività.
  • La ricettività permette una corretta apertura al mondo e agli altri compreso il nostro antagonista; siamo più disponibili verso il nostro prossimo
  • Il possesso di sè e del mondo: le nostre sensazioni ci appartengono pienamente. Questo non da discredito alle acquisizioni culturali. Tuttavia cosa vale tutta la scienza di uno studioso che conosce tutto del cielo, ma non ne ha mai contemplato la bellezza semplicemente guardandolo
  • La perfezione dell’immagine mentale: l’idea di ciò che si fa può falsare la nostra interpretazione. L’idea falsa assoggetta, mentre la verità libera. L’impressione del vago spesso demoralizza, ma l’impressione esatta da sicurezza. La memoria si rafforza enormemente
  • La ricettività fornisce riposo e tonifica l’emissività
  • La sensazione pura assicura una corretta qualità del cosciente e permette un equilibrio del controllo cerebrale

Al contrario una remissività eccessiva genera:

  • Fatica cerebrale, provocando incapacità della concentrazione, tensione nervosa, vagabondaggio cerebrale, torpore, confusione, insonnia
  • Disordini psichici, quale depressione, angoscia, ossessione, sdoppiamento
  • Disordini psicosomatici che colpiscono il sistema neurovegetativo, il tubo digerente, ed altri organi interni

Dobbiamo quindi concludere che la ricettività è essenziale o come diceva Vittoz: la ricettività è tutto.

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